Per la diffusione della Public History in Italia

Cliomedia PH aderisce ai principi del Manifesto della Public History italiana.

Il testo che segue qui sotto è da considerarsi un testo in fieri perché è stato presentato per la prima volta in occasione della Conferenza regionale della Public History in Piemonte svoltosi al “Polo del ‘900” il 7 maggio 2018 a Torino;   successivamente la bozza è stata discussa nella mailing list dei soci AIPH e poi nel corso dell’Assemblea annuale di Pisa (11-15 giugno 2018 https://aiph.hypotheses.org/2440 ) che ha deciso di pubblicare l’attuale testo lasciando vivo il dibattito interno per raccogliere ulteriori arricchimenti.

Manifesto della Public History italiana [seconda bozza]

COSA È LA PUBLIC HISTORY?
La Public History (storia pubblica) è un campo delle scienze storiche a cui aderiscono storici che svolgono attività attinenti alla ricerca e alla comunicazione della storia all’esterno degli ambienti accademici nel settore pubblico come nel privato, con e per diversi pubblici.
È anche una nuova disciplina universitaria finalizzata alla formazione dei public historian.

CHI SONO I PUBLIC HISTORIAN ITALIANI?
public historian operano nelle istituzioni culturali, nei musei, negli archivi, nelle biblioteche, nei media, nell’industria culturale e del turismo, nelle scuole, nel volontariato culturale e di promozione sociale e in tutti gli ambiti nei quali la conoscenza del passato sia richiesta per lavorare con e per pubblici diversi. Sono public historian anche gli storici universitari che hanno scelto la Public History come tema di ricerca e insegnamento o che interagiscono con pubblici esterni alla comunità accademica per fare storia (la storia applicata fuori dall’università viene talvolta chiamata “terza missione” dopo insegnamento e ricerca).

COM’E NATA L’AIPH?
L’Associazione Italiana di Public History (AIPH) è nata nel 2016 con il sostegno della International Federation for Public History (IFPH) e della Giunta Centrale per gli Studi Storici. Nel giugno del 2017 a Ravenna ha tenuto il suo primo congresso nazionale ed eletto gli organi direttivi dell’Associazione.

L’AIPH HA FRA I SUOI SCOPI: 

  • la promozione della conoscenza storica e delle metodologie della ricerca storica presso pubblici diversi favorendo il dialogo multidisciplinare;
    la valorizzazione di pratiche ed esperienze che puntano sul coinvolgimento attivo di gruppi e comunità anche nel mondo digitale;
  • la promozione e la valorizzazione di ricerche storiche innovative e di qualità i cui risultati sono conseguiti anche grazie a metodologie e pratiche di partecipazione che consentono, talvolta, l’emersione di nuovi documenti.
  • la definizione e la condivisione di buone pratiche professionali e accademiche di Public History e di standard per la valutazione della disciplina in Italia;
  • la crescita e la formazione di public historian, ovvero di professionisti che operano all’esterno degli ambienti accademici con competenze professionali nelle metodologie della ricerca storica, nell’insegnamento e nella comunicazione della storia;
  • lo sviluppo della Public History come nuova disciplina universitaria;
  • il contrasto degli “abusi della storia”, ovvero le pratiche di mistificazione sul passato finalizzate alla manipolazione dell’opinione pubblica;
  • la valorizzazione del patrimonio storico culturale italiano, in ogni sua forma;
  • l’offerta di competenze professionali laddove la storia come sapere critico e le metodologie della ricerca storica siano necessarie anche per la risoluzione di problemi del presente.

PERCHÉ LA PUBLIC HISTORY È UNA RISORSA?
La crescita di una piena e consapevole cittadinanza passa attraverso una più diffusa conoscenza del passato che consenta il superamento dei pregiudizi e delle paure che vanno moltiplicandosi nella contemporaneità. Le pratiche della Public History offrono occasioni e strumenti per la comprensione critica dei contesti storici e dei processi in atto, aiutando ad affrontare la loro complessità ed evitando soluzioni dettate da rancori o da presunte contrapposizioni “identitarie”. Per tutto ciò la Public History è una preziosa risorsa per la coesione sociale favorendo la comprensione e l’incontro fra persone di differente provenienza, di generazioni diverse e con memorie talvolta contrastanti.

La Public History promuove inoltre lo sviluppo economico in settori strategici nel nostro Paese, in particolare nell’ambito dell’industria e del turismo culturale, operando per la tutela e la valorizzazione del nostro straordinario patrimonio  culturale. I public historian, quali storici professionisti, possono inoltre dare un contributo sostanziale svolgendo attività di consulenza per la risoluzione di problemi specifici in ambito pubblico e privato – come, per esempio, quelli relativi al governo del territorio o nei contenziosi giudiziari che investono le comunità territoriali – o anche per l’adozione di scelte adeguate in ambito amministrativo e legislativo.

LA DISCIPLINA INTERNAZIONALE E LA TRADIZIONE ITALIANA
La scelta del termine inglese Public History è stata motivata dall’esplicita intenzione di fare riferimento a un vasto movimento internazionale e a una disciplina che ha origini alla fine degli anni Settanta nel mondo anglosassone e di sottolineare altresì la novità della proposta professionale nel nostro Paese, senza le ambiguità che una letterale traduzione in italiano avrebbe potuto creare con l’espressione “storia pubblica”, vicina al concetto, spesso strumentale, di “uso pubblico della storia”.

Esplicito è il riconoscimento e il legame con importanti tradizioni italiane. Nel nostro Paese molte sono le istituzioni culturali che possono vantare una lunga attività di impegno civile e di pratiche di storia in pubblico e con le comunità locali e che hanno contribuito a innovare con originalità le forme della comunicazione del sapere storico.
In Italia sono inoltre imprescindibili per la Public History sia la lezione degli storici orali – con le riflessioni sul concetto di “autorità condivisa”, sul valore delle memorie individuali e collettive e sui processi della loro costruzione – sia quelle della microstoria, che ha innovato profondamente la storiografia a partire dallo studio di circoscritte realtà locali. Infine, non si può dimenticare l’esperienza peculiare dell’Italia nella gestione e valorizzazione di un patrimonio storico, archivistico, artistico, architettonico, paesaggistico e archeologico unico nel mondo.

IN CONCLUSIONE
public historian operano affinché i risultati e le metodologie della ricerca storiografica siano conosciuti da un pubblico più ampio e sperimentano pratiche di comunicazione e ricerca che possono anche produrre nuovi e originali avanzamenti nel sapere storico.
Per i public historian è imprescindibile considerare i pubblici, specialisti e non, sia come interlocutori privilegiati sia come protagonisti di originali pratiche di ricerca, restituendo un ruolo centrale agli storici e alla storia nell’interpretazione della società contemporanea.

Potrebbero interessarti anche...